Nel 2011 c'è stato un gran pullulare di reazioni indignate alla notizia che Giovanni Scattone, già condannato per omicidio colposo in danno della povera studentessa Marta Russo, insegnasse storia e filosofia in un Liceo, si veda il caso, proprio quello che la sventurata ragazza frequentò prima di iscriversi alla facoltàdi giurisprudenza dell'Università "La Sapienza" di Roma, dove sarebbe stata uccisa da un proiettile vagante, sparato per imperizia e faciloneria, dallo stesso Scattone, secondo una sentenza definitiva passata in giudicato.
Ovviamente Scattone si difese in tre gradi di giudizio come era suo diritto. Alla fine ha scontanto cinque anni e alcuni mesi di reclusione e successivamente è ridiventato una persona libera. Forse addirittura un'altra persona.
La sentenza della Cassazione, ridimensionando l'entità della pena, aveva escluso la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per Scattone.
Quindi Scattone poteva e, da quel che mi risulta, salvo il contrario, errori o omissioni può ancora insegnare.
Questo contentuto è tratto dalla raccolta di scritti brevi "La buona scuola" di Valerio Di Stefano.