Le impressioni del viaggiare diventano, all'aprirsi della seconda cantica, simili a quelle che si provano al termine di un'aspra salita, o all'uscire da luoghi tristi, desolati e cupi, o dopo una tempesta e una notte travagliosa, rese piú soavi e confortevoli da questi contrasti. Si giunge a una isola, battuta dall'onda marina, ai cui fiotti si piegano i giunchi che la ricingono; vi si giunge sull'albeggiare; un dolce colore di zaffiro si stende all'orizzonte; la stella di Venere fa tutto ridere l'oriente; dall'altro lato, quattro stelle, nuove agli occhi dei due peregrini, fulgono di vivissima luce, e il cielo par ne goda. La maraviglia della novità raddoppia il piacere che infonde quel brillare. In queste prime mosse della nuova cantica, si sente dappertutto la frescura e la rugiada. Poco dopo, l'occhio scopre da lungi «il tremolar della marina».