Il romanzo, ambientato principalmente in Romagna, disegna "un lungo filo rosso" che collega le vicende del protagonista Osvaldo, partigiano e fervente antifascista, e i personaggi a lui connessi, in particolare il figlio Alberto e il nipote Alfredo, insieme a quelle degli altri componenti del nucleo familiare. Servendosi spesso di flashback, l'autore invita il lettore a seguire il continuo avvicendarsi delle storie raccontate, non lesinando di offrire un lucido sguardo sulla situazione politica e sociale del tempo, analizzata secondo la prospettiva di uomini e donne comuni alle prese con i grandi cambiamenti della società. La guerra, il lungo dopoguerra, i movimenti di protesta del '68, gli anni del riflusso, fino ad arrivare ai primi Duemila e, come effetto, la progressiva sfiducia verso una società ormai irrimediabilmente lontana da quella sognata nel periodo giovanile. La delusione storica, unita alla ricerca di risposte al mistero familiare che a lungo ha segnato il protagonista, accompagnano il lettore fino alla soluzione che giunge, quasi inaspettata, nelle ultime pagine del romanzo.