Quest'opera di Piero Gobetti (1901-1926), vittima anch'egli dello squadrismo fascista, fu pubblicata nel 1924, lo stesso anno della morte di Matteotti. Il personaggio che viene fuori dalle pagine di questo libro è descritto con la sua origine, i suoi studi, ma soprattutto come proveniente da un ambiente, quello del Polesine, in cui il socialismo si era posto da diversi anni quale argine allo strapotere dei proprietari terrieri, in difesa dei contadini che subivano le prepotenze dei padroni.
Questo libro ci racconta l'uomo Matteotti, il politico pieno di vitalità, non si sofferma sulle cause della sua morte e sulle importanti conseguenze politiche, né sull'opposizione a Mussolini. Ci fa però ben capire la "pericolosità" di una persona incorruttibile, quali sono i motivi per cui il movimento fascista aveva trovato in lui un personaggio scomodo da eliminare fisicamente.