Bianca Bellová cambia di nuovo scenario e ci porta in un tempo immaginifico in cui si intrecciano tre filoni narrativi imperniati sul potere salvifico della parola: il ritorno sull'Isola del vecchio mercante Izar e il suo rapporto con la principessa Nurit, apparentemente algida e distante; il diario privato di Izar, che svela il suo punto di vista sulla vicenda; infine, la storia di un Ragazzo senza nome, figlio di un raccoglitore di letame, deriso da tutti per via del suo lavoro. Personaggi vividi, ciascuno alle prese con i propri traumi e le proprie colpe.
In filigrana le fantasmagoriche storie di Izar, che nessuno sa se siano vere o inventate, ma che sanno portare sollievo dalle miserie del mondo.
"Un mercante che solca mari, deserti e terre ostili, rischia la vita, uccide, delude e delude molto, solo per esaudire il desiderio di un padre dispotico e finalmente riscattarsi ai suoi occhi. La principessa di un regno decaduto, rimasta prigioniera di un amore giovanile, ma soprattutto di un desiderio di vendetta che la porterà lontano da sé. Il ragazzo senza nome, figlio del merdaiolo e merdaiolo lui stesso, che si affaccia appena alla vita in compagnia di un cane, l'unico che possa chiamare amico. E poi marinai, scudieri, cortigiani, briganti, pirati e guerrieri, creature leggendarie ed esseri mostruosi. Bianca Bellová ha la peculiarità di spostare con ogni romanzo le nostre coordinate spaziotemporali, dando prova della ricchezza e poliedricità del suo mondo interiore. Di dar luce a protagonisti sempre diversi, per sesso, età, occupazione, estrazione sociale, luogo e data di nascita. Siamo in uno scenario distante, ma questo non ci impedisce di " sentire " i personaggi, che sono vividi e veri, e di conoscere e riconoscere i loro traumi, le loro debolezze, le speranze, le illusioni e le pulsioni. Un romanzo che nell'universalità del racconto classico diventa esplorazione dell'anima umana e che portandoci lontano ci fa avvicinare a noi stessi. Ancora una volta un tributo al potere della parola, che di volta in volta si rinnova e si reinventa, terapeutica e salvifica. «Perché ti sei inventato tutte quelle storie?» chiede la principessa Nurit al mercante Izar. «Nurit. Mia cara Nurit» le risponde lui. «Le storie ci salvano dalla miseria e dalle brutture di questo mondo… Perché tutti i sovrani tengono a corte un menestrello, un trovatore o un favoliere? Vogliono forse che gli raccontino la verità?». Raccontare per comprendere, raccontare per spiegare e spiegarsi, raccontare per conoscere noi stessi e gli altri, raccontare per darsi coraggio, per addomesticare la realtà, per espiare, per riscattarsi. Il mercante Izar racconta, convinto che le parole, nel difendersi, valgano più di una spada."
Laura Angeloni