Se osserviamo il bilancio dello sviluppo dell'umanità dal Neolitico a oggi, possiamo notare che, con tutti gli alti e bassi, questi condizionamenti sono stati raggiunti in misura sufficiente perché la società non solo sia apparsa sulla faccia della terra, ma abbia continuato a esistere fino a oggi, per cui vale la pena chiedersi: come il sociale ha costruito e mantenuto questa rete di contributi? La scienza sociale, fin dalle sue origini, si è chiesta: da dove veniamo? Ma quando vediamo i profondi alti e bassi che questo processo ha avuto, dove quasi la maggior parte delle società emergenti sono scomparse e la doppia contingenza dell'interazione sociale non è stata superata, penso che sia giunto il momento di chiedersi: perché siamo ancora qui? e di ripensare una strategia per rispondere a questa domanda che rimane irrisolta. Per farlo, dobbiamo cominciare a fare i primi passi per ripensare il ruolo del soggetto osservatore, che in questo caso è lo scienziato sociale che utilizza le risorse della scienza classica per osservare la materialità misurabile e prevedibile dei gruppi umani che, in termini generali, chiamiamo società.