Nel caos che seguì l'abbandono della Britannia da parte dei Romani (V secolo d.C.), orde di barbari provenienti dalla Germania e dall'Irlanda sbarcarono a ondate nell'isola seminando morte e distruzione. Fra le nebbie della leggenda emerse un giovane condottiero di origini romane, Artorio, che la leggenda farà universalmente conoscere come Artù.
Comandante militare di eccezionale talento, Artù condusse le sue armate in un lungo ed estenuante conflitto contro i Sassoni riuscendo a riportare su di essi una schiacciante vittoria nella battaglia del monte Badon e concedendo all'isola quasi mezzo secolo di pace.
Rispondendo all'appello del morente Impero Romano d'Occidente, Artù combatté a lungo anche in Gallia, seppur con minore successo, per finire poi, anziano, tradito dal parente Mordred e ferito mortalmente nella battaglia di Camlann. La sua scomparsa fu subito seguita da voci e leggende che lo volevano dormiente nella misteriosa isola di Avalon in cui nove maghe cercavano di risanare la sua eterna ferita, nell'attesa del risveglio in un imprecisato futuro per porlo come eterno baluardo della Britannia.
Attorno alla figura storica, di cui le fonti più antiche ci tramandano solo stringate ma affascinanti notizie, si intessé nei secoli una fitta rete di figure, leggende e racconti che lo storico medievale Goffredo di Monmouth e il poeta francese Chrétien de Troyes resero note e immortali: la Tavola Rotonda, il mago Merlino, i nobili Cavalieri di Camelot, la spada Excalibur, l'infedele Ginevra, la fata Morgana...
Mirko Rizzotto, avvalendosi delle varie fonti, cerca di fendere queste dense nebbie e di consentire al lettore di gettare uno sguardo sul "vero" Artù, l'uomo il cui ipotetico ritorno impensieriva realmente i sovrani normanni medievali d'Inghilterra.