In merito alle altre branche del folklore, i punti di vista degli studiosi differiscono, ma nel regno delle Fate queste differenze si riconciliano ed i filosofi vanno a braccetto tra loro armoniosamente. E così dovrebbe essere per quanto riguarda un regno in cui vivono i deliziosi ricordi del periodo più poetico della vita - l¿infanzia, prima che lo scetticismo si sia insinuato con il progredire del sapere. La conoscenza che ha introdotto lo scetticismo è infinitamente più preziosa della fede che ha rimpiazzato ma, nonostante ciò, vi sono pochi tra noi che non abbiano provato un velo di dispiacere per quello che la foi scientifique ha spostato della antica fede nelle Fate. Vi era qualcosa di così affascinante e peculiare in quella antica credenza - "un tempo" il mondo era meno pratico della realtà di quanto lo sia ora, vi erano meno luoghi comuni e si era meno soggetti alle inesorabili leggi di gravitazione, ottica e simili. Quali prose vi si raccoglievano! Che poesie, che sogni, che delizie!
Ma da quando la conoscenza dei nostri anni più maturi distrugge tutto questo, è con un certo grado di soddisfazione che possiamo volgerci verso le consolazioni della mitologia fatata. Le amate storie antiche non sono "vere" ma almeno non sono del tutto illogiche ed hanno una ragione buona e sufficiente per essere al mondo - possiamo continuare a rispettarle. L¿arguto che ha osservato che la causa ultima delle leggende sulle Fate è di "fornire svago alle persone che spietatamente ne seguono le tracce fino alla loro origine" (Saturday Review, 20 ottobre 1877) ha espresso una seria verità in una forma gioviale. Siccome non si può più rimanere in pace nella propria ignoranza, è un conforto per coloro che amano le leggende fatate scoprire che non hanno bisogno di spazzarle via come immondizia; al contrario, esse diventano anche più incantevoli nel crogiolo della scienza di quanto non lo fossero nella loro figura antica.
Tra il popolo del Galles la credenza nelle Fate è meno estinta di quanto osservatori casuali potrebbero essere indotti a credere. Anche le persone colte che vivono in Galles ed hanno vissuto lì per tutta la vita possono spesso essere classificati come non più che osservatori casuali in questo campo. Vi sono alcuni di tali residenti che hanno posto un¿attenzione particolare al soggetto e si sono formati un¿opinione sulla ampiezza della credenza tra il popolo ma la maggior parte della gente colta del Galles ho scoperto che non ha un¿opinione in merito, se non una vaga sorpresa per il fatto stesso che una simile questione venga posta.